fra le varie escursioni giornaliere che la Sardegna propone, consigliamo di trascorrere una giornata sul famoso arcipelago. Il tour inizia con la visita della cala Corsara sull’isola di Spargi dove fermarsi per il pranzo, proseguendo con la visione della Spiaggia Rosa sull’Isola di Budelli. Sosta al Porto della Madonna con le sue piscine naturali. Si riprende il viaggio per cala S. Maria per poi fermarsi sull’Isola di La Maddalena, dove è possibile effettuare un tour panoramico con il citybus cabrio. Di seguito visita dell’isola di S. Stefano, prima di ritornare al porto di partenza.
Il Corpo Forestale dello Stato ha censito in Italia circa 22.000 alberi di particolare interesse che in una successiva selezione sono stati identificati in 2.000 esemplari di grande interesse di cui 150 di eccezionale valore storico o monumentale. Il più vecchio sembra essere un oleastro di eccezionali dimensioni nella provincia di Sassari a San Baltolu di Luras. Un’esemplare di circa 15 metri di altezza e ben oltre gli 11 metri di circonferenza: considerando il lento accrescimento di questo tipo di pianta l’età dell’oleastro di San Baltolu è calcolata in circa 3.000 anni. Questo progenitore dell’ulivo, particolarmente diffuso in Sardegna, è diventato oggetto di studio: si cerca di clonare l’antico albero.
una scenografia naturale di straordinaria bellezza, una suggestiva area archeologica nel cuore della Penisola del Sinis, che si affaccia a terrazza sul mare: è questa l’antica città di Tharros, a San Giovanni di Sinis, nei pressi di Cabras (Oristano). Un sito tra i più importanti del Mediterraneo, che appassiona visitatori e studiosi, perché continua a regalare nuovi spunti di analisi e ricostruzione. Percorrendo le strade che si snodano tra le rovine di questa città Fenicio-Punica prima (VIII sec. a.C.), si trovano testimonianze legate sostanzialmente all’aspetto funerario e votivo: due necropoli e un tophet, il tipico santuario fenicio-punico.
La maggior parte dei resti appartiene invece alla dominazione romana, come le terme, il castellum aquae (un serbatoio di distribuzione dell’acquedotto della città) ed il cardo maximus (l’antica strada romana lastricata che era la maggiore arteria cittadina). La città fu abitata fino alla metà dell’XI° secolo d.C., quando, essendo troppo esposta agli attacchi dei Saraceni, venne abbandonata a favore di Aristiane, l’attuale Oristano.